“Risolvere il problema”, mantenendo i posti di lavoro e aumentando gli stipendi: è l’ultimatum posto dal governo dello Zambia a Shoprite, colosso sudafricano dei supermercati e dei fast-food finito nel mirino dopo aver annunciato il licenziamento di 3000 dipendenti in sciopero per ottenere migliori condizioni di impiego.
Secondo il ministro del Lavoro dello Zambia, Fackson Shamenda, Shoprite ha fatto marcia indietro sui licenziamenti dopo che il governo ha minacciato di revocare le sue concessioni. “Gli abbiamo dato dieci giorni – ha aggiunto il ministro – per negoziare e risolvere il problema”. Poco dopo un portavoce della società ha annunciato la prossima apertura di una trattativa con il Sindacato nazionale dei lavoratori dell’industria e del commercio. Shoprite è proprietario di 1200 supermercati e negozi in 12 paesi dell’Africa e dell’Oceano Indiano.
Secondo esperti intervistati dal quotidiano finanziario Business Day, il gruppo ha tutto l’interesse a raggiungere un compromesso perché lo Zambia costituisce il suo secondo mercato di riferimento dopo quello sudafricano. I lavoratori in sciopero chiedono uno stipendio di 1100 kwacha, circa 152 euro, nel rispetto di nuove norme sul minimo salariale approvate dal governo del presidente Michael Sata. – Misna