Per ora 14 corpi senza vita sono stati recuperati in fondo a una miniera d’oro crollata a causa di un’esplosione di gas nella remota regione di Siguiri, nel nord-est del paese, ma il bilancio potrebbe aumentare fino a 25 morti. Proseguono le ricerche degli 11 minatori dispersi che lavorano per conto della Società aurifera di Guinea (Sag) nel villaggio di Namankouala, nella prefettura di Doko, su un sito dai cunicoli particolarmente stretti, motivo per cui si teme che non ci possa essere alcun sopravvissuto. Il crollo si è verificato nella notte tra martedì e mercoledì nella miniera che si trova al confine col Mali.
La stampa locale ha sottolineato che si tratta del quinto incidente mortale in soli 15 giorni. Al di là delle attività ‘regolari’ il settore impiega una maggioranza di minatori artigianali e clandestini, anche molte donne e bambini che scavano a mani nude le pareti rocciose, mettendo in pericolo le loro vite.
“Sono anni che vengono organizzate campagne di sensibilizzazione e che il governo lotta per garantire la sicurezza dei minatori artigianali” ha dichiarato il portavoce dell’esecutivo, Damantang Albert Camara, aggiungendo che “questo nuovo incidente è la prova che rimane ancora molto da fare”.
Oltre alle riserve di oro, la Guinea è anche tra i primi produttori mondiali di ferro e una parte delle sue sterminate risorse minerarie non viene ancora sfruttata. Nonostante questo importante potenziale economico e commerciale, la maggioranza della popolazione fa fatica a trovare lavoro e vive sotto la soglia di povertà. – Misna
