Alta tensione ancora in Libia. Il generale ribelle, Khalifa Haftar, che vuole liquidare le milizie armate islamiste di Bengasi, ha messo in guardia che il Paese rischia di diventare un covo di terroristi e dunque ha chiesto alla Corte Suprema di formare un governo d’emergenza che accompagni a nuove elezioni. Con un messaggio alla nazione trasmesso in diretta da diverse emittenti, vestito in uniforme e circondato da altri ufficiali, il generale nella notte ha detto di parlare “a nome dell’esercito” e ha aggiunto che governo e Parlamento hanno perso ogni legittimita’ perche’ incapaci di soffocare gli estremisti. Haftar, che adesso vuole incontrare il generale egiziano Abdel Fattah al Sisi, ha precisato di non ricevere “aiuti dall’Egitto ne’ da altri Paesi esteri”. Ma il suo obiettivo, ha ribadito, e’ “combattere i Fratelli musulmani e gli estremisti islamici”. Intanto anche il ministro della Cultura, Habib al Amin, ha annunciato di aver aderito all’operazione “Karama” (Dignita’) lanciata da Haftar contro le milizie islamiche. La commissione elettorale ha annunciato le elezioni parlamentari per il 25 giugno e gli Usa – che comunque hanno preso le distanze da Haftar – hanno detto che sono pronti ad aiutare nell’organizzazione del voto purche’ si dia al Paese un governo piu’ stabile. Nonostante la tensione, la situazione a Tripoli e Bengasi oggi era quasi normale: negozi aperti, banche funzionanti. Ma secondo Sky Arabia, stamane in citta’ sono entrate milizie della citta’ di Misurata, vicine ai Fratelli Musulmani, le stesse che mercoledi’ avevano preso le distanze dall’offensiva di Haftar: sotto il nome di “Forze di difesa della Libia centrale”, si dicono pronte “a contrastare chiunque violi la legalita’”, riferendosi agli uomini di Haftar Intanto il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha ribadito che l’opzione militare “non e’ auspicabile” e pero’ si e’ detta “molto preoccupata” perche’ “la situazione rischia di sfuggire da qualsiasi controllo”; e se la situazione di conflittualità si prolunga, aumenteranno anche le migrazioni verso l’Italia. A Lisbona per una riunione ministeriale del dialogo euromediterraneo, il capo della Farnesina ha incontrato tra gli altri proprio il ministro degli Esteri libico, Mohamed Abdelaziz. “Noi chiediamo – ha sottolineato – che tutte le parti in Libia lavorino insieme per costruire l’assetto dello Stato, chiediamo la strada del dialogo nazionale tra le diverse parti”. Anche la Lega Araba, riunita al Cairo su sollecitazione del segretario, Nabil El-Araby, ha sollecitato la formazione di un nuovo governo e il dialogo per risolvere la crisi. (AGI) .