Circa 300 persone, in maggioranza civili, sono rimaste uccise nella repressione degli attacchi dello scorso 30 dicembre a Kinshasa e a Lubumbashi: l’ultimo bilancio, ancora provvisorio, è stato diffuso dalla Lega degli elettori (Le), una ong congolese. In base alle ricerche realizzate con la Federazione internazionale dei diritti dell’uomo, è emerso che “un numero imprecisato di persone sono state buttate in un fiume del Katanga e altre sono state sepolte in fosse comuni”.
Secondo il governo congolese, il bilancio dell’offensiva lanciata contro la televisione pubblica, l’aeroporto e lo stato-maggiore generale di Kinshasa, a Lubumbashi, capoluogo della regione del Katanga e a Kindu, nel Maniema (est), si attesta invece attorno alle 103 vittime, di cui 95 “terroristi” e otto soldati. Fonti ufficiali non hanno fatto riferimento a vittime civili.
Responsabile degli attacchi coordinati è stato il pastore congolese Joseph Mukungubila Mutombo, già candidato alle presidenziali del 2006 sconfitto dall’attuale capo di stato Joseph Kabila. Mutombo, esiliato in Sudafrica, rischia l’estradizione sollecitata da Kinshasa; la decisione delle autorità giudiziarie sudafricane potrebbe arrivare il 15 luglio. – Misna
