“Draconiano e repressivo”: sono gli aggettivi utilizzati da Mohamed Bashir Hashi, direttore dell’emittente Radio Shabelle e presidente della sezione di Mogadiscio del Sindacato dei giornalisti della Somalia, per descrivere un disegno di legge in materia di informazione in questi giorni all’esame del parlamento.
Il testo impone ai cronisti l’obbligo di rivelare le fonti di notizie contestate o comunque all’origine di tensioni di carattere sociale o politico. Critiche al disegno di legge sono state espresse in occasione di un seminario organizzato a Mogadiscio dalle associazioni di categoria. Il testo, del resto, è stato definito inadeguato e pericoloso da esperti delle Nazioni Unite. Secondo Rupert Colville, portavoce dell’Ufficio dell’alto commissario dell’Onu per i diritti umani, le norme sono “vaghe” e possono essere utilizzate facilmente per “ridurre la libertà di espressione”.
La Somalia sta provando a ritrovare una sua stabilità dopo un conflitto civile durato più di 20 anni e non ancora concluso. Il disegno di legge sull’informazione è stato finora sostenuto da Hassan Sheikh Mohamud, eletto presidente nel settembre scorso anche grazie al sostegno delle Nazioni Unite e dei paesi più influenti nel Corno d’Africa. – Misna