Nel ventesimo anniversario della sua presidenza, oggi, come ogni anno, a Banjul il capo dello Stato Yahya Jammeh celebra la “giornata della libertà”. Una ricorrenza che per oppositori politici, società civile e difensori dei diritti umani rappresenta invece una “giornata di lutto per le libertà”.
Quando prese il potere, il 22 luglio 94’, destituendo Dawda Jawara, che dirigeva l’ex colonia britannica dall’indipendenza (1965), il 29enne Jammeh suscitò grandi attese e speranze tra la sua gente. Promise la fine della corruzione, del nepotismo e lo sradicamento della povertà.
Vent’anni dopo regna con un pugno di ferro sul piccolo paese che si affaccia sull’Oceano atlantico, povero e privo di grandi risorse naturali. Arresti arbitrari di oppositori, giornalisti e difensori dei diritti umani sono all’ordine del giorno così come rapimenti, torture nei carceri, divieti di manifestare ed esilio forzato di chi è critico nei confronti del potere.
“Ogni anno si allunga la lista delle vittime del regime gambiano” ha sottolineato l’ong Amnesty International, deplorando il “totale disinteresse della comunità internazionale”. Represse con la forza le manifestazioni che nel 2011 hanno cercato di far soffiare il vento della primavera araba anche sul Gambia.
Nonostante crescenti critiche interni Jammeh riesce a mantenersi saldamente al potere, stroncando sul nascere ogni iniziativa di una società civile ancora debole e poco organizzata e censurando i media. In Gambia non è operativo alcun media privato. “Dirige dividendo la gente. Il presidente strumentalizza l’etnia per praticare la segregazione” ha denunciato l’imam Baba Leigh, già arrestato per le sue prese di posizione critiche nei confronti del capo dello Stato.
Nel paese dell’Africa occidentale il 49enne Jammeh viene soprannominato “il pazzo di Kanilaï (il suo villaggio natale, ndr)”: va sempre in giro vestito con l’abito tradizionale di colore bianco, con un rosario o uno scettro in mano, presentandosi come un guaritore tradizionale in grado di curare aids, sterilità e epilessia con piante e formule mistiche. – Misna