“Segnali di tensione ce n’erano da tempo, ma non ci aspettavamo un deterioramento così repentino. La gente è spaventata e i fantasmi del passato sembrano riaffacciarsi”: così fonti missionarie contattate a Maputo e in altre località commentano alla MISNA la situazione nel paese, teatro nelle ultime ore di una rapida escalation militare che sembra minacciare gli accordi di pace che posero fine alla guerra civile nel 1992.
Questa mattina, combattenti della Resistenza nazionale mozambicana (Renamo) – ex ribellione trasformatasi nel principale partito di opposizione – hanno attaccato un commissariato di polizia a Maringue all’indomani del blitz messo a segno ieri mattina dalle forze armate mozambicane contro il quartiere generale della Renamo a Santungira, sui monti Gorongosa nella provincia centrale di Sofala.
Dalla fine della guerra civile, agli inizi degli anni ’90 molte cose sono cambiate nel paese che – dopo la recente scoperta di vasti giacimenti di gas naturale – si appresta a diventare uno dei principali esportatori di idrocarburi della regione.
“Oggi i titoli della stampa locale sono tutti dedicati a quanto accaduto nella provincia di Sofala e alle dichiarazioni belligeranti che ne sono seguite delle due parti” osserva un missionario. Il riferimento è al presidente Armando Guebuza che nel commentare l’attacco di ieri ha ricordato che “la Costituzione non ammette che nel paese vi siano due eserciti, due ordini paralleli”.
Da parte sua, Fernando Mazanga, portavoce della Renamo ha definito il blitz dei militari “un atto di guerra” e annunciato “ritorsioni”, sottolineando che “quanto accaduto segna la fine della democrazia multipartitica in Mozambico” e “dimostra chi davvero non vuole la pace né la democrazia nel paese”. Al momento non risultano notizie di morti o feriti provocati durante l’attacco, mentre, secondo voci tutte da confermare, il leader della Renamo Afonso Dhlakama si sarebbe dato alla macchia nascondendosi nella vicina foresta di Gorongosa.
“Le elezioni municipali si avvicinano, e forse non è un caso che le tensioni siano esplose proprio adesso” dice ancora un interlocutore della MISNA, sottolineando che “da tempo la Renamo chiede maggiore apertura nella vita politica, accusando il Frelimo – al potere ininterrottamente dal 1975 – di accaparrarsi il potere e i proventi delle risorse naturali”. – Misna