“Stiamo ancora negoziando, non sappiamo quando sarà raggiunto un accordo, ma speriamo di farcela”. Così Kennedy Hamutenya, funzionario del ministero delle Miniere namibiano e capo negoziatore nella trattativa con la compagnia De Beers ha riassunto lo stato dei colloqui tra il governo di Windhoek e il colosso dei diamanti.
Le parti discutono sulla possibilità che una quota maggiore dell’attuale 10% di gemme grezze sia venduto a prezzi di favore a compagnie locali (note come ‘sightholders’) invece di essere esportato direttamente dalla De Beers per la lavorazione.
Nelle scorse settimane anche il favorito per le prossime elezioni presidenziali, l’attuale premier Hage Geingob, aveva definito “non sostenibile” il fatto che la stragrande maggioranza delle gemme lasciasse il Paese e aveva chiesto maggiori sconti a favore delle ‘sightholders’. Anche il sistema di queste compagnie, tuttavia, è recentemente finito sotto accusa. Un’inchiesta del settimanale sudafricano ‘Mail&Guardian’ ha sostenuto che la maggior parte dei proventi finiscano a personalità dell’élite di governo, a loro parenti o ad amici.
Sulle trattative in corso la compagnia non ha voluto rilasciare commenti: “Quando abbiamo cominciato i negoziati – ha ricordato il dirigente locale di De Beers, Daniel Kali – non c’era una data di scadenza, e porre limiti temporali non aiuta”. – Misna