Si sarebbe arenato sulla proposta egiziana di proseguire insieme i lavori di costruzione della contestata Grand Ethiopian Renaissance Dam sul Nilo Azzurro, il primo incontro ad alto livello sul tema svoltosi in Kuwait, a margine del summit Arabo-africano, tra il presidente egiziano ad interim, Adli Mansour, e il primo ministro etiope, Mariam Desalegn.etiopiadiga
A segnalarlo è stata l’agenzia di stampa turca Anadolu, secondo la quale al centro dell’incontro tra i due rappresentanti istituzionali vi era la necessità di rivedere i termini dell’Accordo di Entebbe, siglato nel maggio 2011 per stabilire le quote d’acqua che spettano a ciascun paese attraversato dal corso del Nilo o che sia presente all’interno del suo bacino idrografico.
L’accordo – che non è stato firmato da Egitto, Sudan, Sud Sudan e Repubblica democratica del Congo – stabilirebbe in modo indiretto, secondo l’Etiopia, la possibilità per i paesi situati lungo il corso superiore del Nilo di riconsiderare la quota d’acqua loro destinata.
Inoltre, sempre secondo l’Etiopia, l’accordo non prevede alcun diritto per gli altri paesi di supervisionare i progetti idrici in via di realizzazione in un determinato stato.
I comunicati diffusi da Mansour e Desalegn al termine dell’incontro non fanno tuttavia alcuna menzione a quanto riferito da Anadolu, sottolineando quello egiziano l’importanza dei negoziati con l’Etiopia riguarda la costruzione della diga, mentre quello etiope evidenziava le storiche relazioni tra i due paesi.
La Gran Renaissance Dam si propone come il più importante progetto idroelettrico in corso di realizzazione in Africa, con una capacità di produzione una volta terminati i lavori nel 2017 di 6000 MW .* Michele Vollaro – Atlasweb