Circa 5.000 persone sono rifugiate nella cattedrale di Juba, capitale del Sud Sudan, da giorni in preda alle violenze per gli scontri tra fazioni rivali dell’esercito, fedeli rispettivamente al Presidente Salva Kiir e all’ex vice Presidente Riek Machar.
Il Vescovo ausiliare di Juba, Mons. Santo Loku Pio Doggale ha detto che i rifugiati dormono all’aria aperta e che molti di loro, tra cui diversi bambini, hanno contratto malattie. La presenza di un così alto numero di persone in uno spazio non attrezzato sta inoltre creando gravi problemi sanitari, e vi è il rischio dell’esplosione del colera.
Le sedi dell’ONU in Sud Sudan hanno accolto altre decine di migliaia di persone (si parla di circa 35.000 sfollati).
Nel frattempo fervono le iniziative politiche e diplomatiche per disinnescare la crisi. Una delegazione congiunta di Kenya, Etiopia, Gibuti, Uganda e Sudan è arrivata a Juba per tentare una mediazione. Anche gli Stati Uniti hanno annunciato l’invio un loro emissario speciale.
Questa attività sembra aver prodotto un primo risultato con la dichiarazione del Presidente Kiir che ha affermato di essere pronto a dialogare “senza condizione” con Machar. – Ag. Fides