Sta generando con rapidità la situazione in Sud Sudan, dove gli scontri interetnici iniziati a Giuba si estendono e non risparmiano più nemmeno le forze Onu e quelle statunitensi.
La capitale è stato il primo teatro del conflitto esploso a metà dicembre tra l’esercito del presidente Salva Kiir e i militari antigovernativi fedeli all’ex-vicepresidente Rijek Nachar.
Questi ultimi cercano diguadagnare terreno dopo avere conquistato Bor, capitale dello Stato del Jonglei, dove decine di migliaia di civili cercano rifugio nella missione delle Nazioni Unite.
“La situazione a Bor è davvero mutata nelle ultime 24 ore – spiega il maggiore Kevin Finlay Walls dell’UNMISS -. La tensione è molto alta e a causa di questo molte persone si sono allontanate dalle proprie città e villaggi”.
La rivolta si sta estendendo ad altri stati settentrionali, in particolare in quello di Unity, dove si trovano i più importanti pozzi di petrolio, i cui provendi sono fondamentali per la fragile economia del più giovane Stato al mondo.
Il Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha chiesto la fine immediata delle violenze. – Euronews