-Il nuovo Presidente della Repubblica Centrafricana, la signora Catherine Samba-Panza, presta giuramento oggi, 23 gennaio, in un Paese devastato dagli scontri tra gli ex ribelli Seleka e le milizia anti-balaka. Sovente descritta come conseguenza di un conflitto interreligioso che oppone i cristiani ai musulmani, la situazione centrafricana deriva in realtà dal tracollo delle istituzione statali, come hanno sottolineato l’Arcivescovo di Bangui, Mons. Dieudonné Nzapalainga e l’Imam Oumar Kobine Layama, Presidente della Comunità islamica centrafricana, che si trovano in visita a Parigi.
I due capi religiosi sono impegnati in un tour delle capitali europee per chiedere aiuto e sostegno al loro Paese. L’Arcivescovo e l’Imam che si sono prodigati per pacificare gli animi nel corso di diverse visite congiunte in chiese e moschee dove hanno trovato rifugio migliaia di sfollati, riferiscono che mentre la situazione a Bangui è relativamente sotto controllo, il resto del Paese è alla mercé di Seleka e degli anti-balaka.
Felicitandosi per l’elezione della Presidente Samba-Panza, (definita “una donna di ferro” dall’Imam Kobine Layama) Mons. Nzapalainga ha insistito sul fatto che il nuovo Capo dello Stato si trova di fronte ad un compito improbo perché l’amministrazione statale è completamente collassata. “Su 36 ministeri, solo due funzionano, la difesa e l’amministrazione del territorio” ha detto all’AFP l’Arcivescovo. “Lo Stato è fallito. Occorre ricostruire l’amministrazione con uomini e mezzi, perché possa dispiegarsi su tutto il territorio e permettere al Paese di essere uno Stato”.
I due leader religiosi chiedono che la missione militare africana attualmente dispiegata nel Paese (MISCA) divenga parte di una forza più ampia sotto l’egida dell’ONU, per mettere in sicurezza tutto il territorio nazionale. Attualmente vi sono in Centrafrica 6.000 tra militari francesi della forza Sangaris e quelli africani della MISCA. Troppo pochi per controllare un Paese vasto quanto la Francia e il Lussemburgo, ha sottolineato Mons. Nzapalainga. “Con le forze dell’ONU, il Centrafrica non sarà più un affare africano o europeo, ma mondiale” ha concluso l’Arcivescovo. (L.M.) – Ag. Fides