“Speriamo che le armi possano tacere anche prima delle prossime 24 ore”: lo ha detto da Addis Abeba Tewolde Gebremeskal, direttore per la pace e della sicurezza dell’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (Igad), annunciando la firma di un cessate-il-fuoco tra le parti in conflitto dal 15 dicembre in Sud Sudan. L’accordo è stato siglato dai rappresentanti del presidente Salva Kiir e dalla delegazione dei ribelli legati al suo ex vice Riek Machar.
Il testo, di cui per ora non si conoscono i dettagli, stabilisce da una parte i termini di una tregua da attuare entro 24 ore dalla firma. Dall’altra risolve la sorte di 11 dirigenti e ufficiali arrestati con l’accusa di essere coinvolti in un presunto tentativo di golpe denunciato da Kiir, che saranno liberati a data da destinarsi.
I colloqui tra i contendenti sono in corso dal 3 gennaio nella capitale etiopica con la mediazione dell’Igad, un organismo regionale del quale fanno parte sette paesi dell’Africa orientale, con l’obiettivo di arrivare ad una cessazione delle ostilità.
Nel dare notizia della firma dell’accordo, il quotidiano Sudan Tribune sottolinea la “lentezza” e i “ritardi” registrati in queste settimane di negoziati, attribuendoli alla difficile risoluzione della questione dei prigionieri ma anche ad interrogativi sollevati dai ribelli sul possibile coinvolgimento dell’Uganda nella crisi aperta in Sud Sudan.
“Speriamo di riuscire ad arrivare presto ad un accordo più globale per porre fine allo spargimento di sangue” ha commentato il capo della delegazione governativa, Nhial Deng Nhial. Per Taban Deng, capo negoziatore dei ribelli, “questi due accordi contengono ingredienti favorevoli a un ambiente propizio ad una pace totale nel mio paese”. In conclusione del primo round negoziale, il mediatore capo dell’Igad, Seyoum Mesfin, ha annunciato come prossima tappa “l’avvio in tempi brevi di un dialogo politico per lavorare alla riconciliazione nazionale”.
Ieri i paesi del’Igad si sono detti pronti a contribuire al dispiegamento di altri 5500 peacekeeper nel quadro della Missione dell’Onu in Sud Sudan (Unmiss) per riportare la pace sul terreno. Secondo bilanci diffusi dall’Onu, gli scontri cominciati il mese scorso hanno già causato almeno 1000 morti e 200.000 sfollati. – Misna