Decine di migliaia di lavoratori sono entrati oggi in sciopero bloccando l’estrazione del platino nelle miniere delle tre maggiori multinazionali del settore: lo riferisce Sapa, l’agenzia di stampa statale del Sudafrica, secondo la quale l’agitazione è la più imponente dal 2012.
Stando all’Association of Mineworkers and Construction Union (Amcu), il sindacato che ha promosso l’iniziativa di protesta, allo sciopero potrebbero partecipare 70.000 lavoratori. Le miniere interessate dall’agitazione si trovano nel bacino minerario di Rustenburg, nella Provincia nord-occidentale, e appartengono ad Anglo American Platinum, Impala e Lonmin. Da questa mattina migliaia di lavoratori stanno partecipando a un’assemblea in uno stadio a Marikana, una località ricordata nel mondo per l’uccisione di 34 minatori da parte della polizia durante le proteste del 2012.
Amcu è ritenuto un sindacato più radicale rispetto al National Union of Mineworkers (Num), storicamente vicino al governo dell’African National Congress (Anc). I promotori dello sciopero chiedono aumenti di salario superiori al 100%, fino a 12.500 rand al mese, circa 850 euro. Le multinazionali hanno già fatto sapere di non voler accordare incrementi del genere, motivando la loro decisione con alti costi di produzione e una domanda in calo.
Il Sudafrica custodisce circa l’80% delle riserve mondiali di platino. Secondo il quotidiano Mail & Guardian, lo sciopero potrebbe mettere a rischio il 70% della produzione globale. Non sono d’altra parte da escludere ripercussioni sul piano politico: in Sudafrica ad aprile si terranno le elezioni; l’Anc proverà a conservare la guida del paese conquistata 20 anni fa con la fine del regime di apartheid. – Misna