L’unità nazionale del Rwanda è un processo lungo, ma lo sviluppo duraturo del Paese deve assolutamente fondarsi sulla riconciliazione: è quanto è emerso dall’incontro, svoltosi in questi giorni, tra la diocesi di Butare e una delegazione della Commissione nazionale per l’unità e la riconciliazione (Cnur) del Paese, creata dopo il genocidio dei tutsi del 1994. A rappresentare la Chiesa cattolica è stato mons. Philippe Rukamba, vescovo di Butare, mentre i delegati della Cnur erano guidati dal segretario generale, Jean Baptiste Habyarimana. Aprendo i lavori, mons. Rukamba ha ribadito l’importanza dell’incontro per “comprendere quale società si voglia costruire”, auspicando che questa sia “una società in cui gli uomini convivano nel rispetto reciproco”. Quindi, citando Sant’Agostino, il presule ha evidenziato tre facoltà principali che permettono all’uomo di progredire nella storia: “La memoria, l’intelligenza e la volontà”, principi portati avanti, già da molto tempo, dalla Commissione episcopale Giustizia e pace. Dal canto suo, Habyarimana ha affermato che “la Chiesa e la Cnur hanno entrambe lo stesso ruolo nel costruire l’unità e la riconciliazione nazionale, poiché entrambe devono, insieme, trovare la direzione giusta per la società”. “Uniamo le nostre forze per cambiare la mentalità della popolazione – ha aggiunto Habyarimana – perché ce n’è bisogno”. A conclusione dell’incontro, i partecipanti hanno chiesto alla Chiesa di rafforzare il suo insegnamento sull’amore fraterno, la verità, l’unità e la giustizia, secondo la dottrina evangelica, mentre ai responsabili politici è stata ricordata la necessità di garantire la sicurezza e la libertà di espressione della popolazione. – Radio Vaticana