Sono state riviste al ribasso le prospettive di crescita economica dei paesi dell’area CEMAC, ovvero la Comunità economica e monetaria dell’Africa centrale che raccoglie Camerun, Congo, Gabon, Guinea Equatoriale, Repubblica Centrafricana e Ciad.
Secondo una nota diffusa al termine della riunione del Comitato regionale per la politica monetaria, il PIL dell’area CEMAC crescerà nel 2013 del 3,2%) invece che del 5,2% stimato.
Il rallentamento della crescita, ha spiegato alla stampa Lucas Abaga Nchama, Governatore della Banca degli Stati dell’Africa Centrale (BEAC), è legato a diversi fattori tra cui il calo della produzione di petrolio, la contrazione della domanda globale e la riduzione degli investimenti pubblici.
Con l’eccezione della Repubblica Centrafricana (CAR), tutti gli altri paesi membri della CEMAC sono produttori di petrolio. Dato il calo della produzione, “la crescita della sotto-regione tiene grazie al settore non petrolifero, in particolare all’agricoltura, al manifatturiero e al settore dei servizi”.
Miglioramenti dal 2014 al 2016 – Ma se la crescita farà segnare un rallentamento nel 2013, essa dovrebbe riprendere tutto il suo vigore tra il 2014 e il 2016, attestandosi a un tasso medio annuo superiore al 6%.
Questo aumento di attività, fanno sapere ancora dalla Banca Centrale, è il risultato di un ambiente favorevole soprattutto relativo alla realizzazione di promettenti “progetti strutturali nei settori minerario e delle infrastrutture, dell’energia e, in misura minore, a una ripresa della produzione di petrolio”.
Nonostante queste prospettive economiche positive, i paesi della regione, tuttavia, continueranno a dover affrontare un problema di finanziamenti per i loro progetti infrastrutturali. – Atlasweb