Un’esplosione nei pressi dell’edificio che ospita alcune ambasciate e compagnie aeree ha scosso il centro di Tripoli oggi pomeriggio. Non ci sono vittime e la dinamica dell’attentato, come pure l’obiettivo, non sono chiari. Ma ci sono allarme e tensione e si tratta di un’ulteriore conferma che i livelli di sicurezza nella capitale libica continuano a essere assai scarsi.
Secondo una prima testimonianza, si è trattato di un’autobomba esplosa nel parcheggio di un compound residenziale nei pressi della “Tripoli Towers”, edificio dove si trovano le ambasciate di Gran Bretagna, Canada, Malta e gli uffici di alcune compagnie aeree straniere. L’esplosione è avvenuta a metà pomeriggio quando molti uffici erano vuoti a causa del Ramadan. “Ho udito un’esplosione e ho visto una macchina in fiamme” ha detto un uomo che lavora nella “Tripoli Towers”, ipotizzando un’autobomba.
Secondo un altro testimone invece, un razzo ha colpito il balcone di un appartamento che si trova tra la “Tripoli Towers” e l’hotel Corinthia provocando un incendio rapidamente posto sotto controllo dai vigili del fuoco. Membri dei servizi di sicurezza hanno detto il colpo è stato sparato da un lanciarazzi posizionato su una vettura, che poi ha preso fuoco, nel parcheggio del compound. Gli abitanti della zona non scartano l’ipotesi che proprio il Corinthia fosse l’obiettivo, ma che il razzo abbia deviato dalla traiettoria.
Dalla caduta di Gheddafi nel 2011 le ambasciate occidentali sono state in più di un’occasione oggetto di attacco. L’11 settembre scorso un gruppo islamico ha attaccato il consolato americano a Bengasi provocando la morte dell’ambasciatore Usa in Libia Chris Stevens e di altri tre americani. In gennaio colpi d’arma da fuoco avevano raggiunto l’auto del console italiano a Bengasi, Guido De Santis. E in aprile un’autobomba era esplosa davanti all’Ambasciata di Francia a Tripoli ferendo due gendarmi. – Swissinfo