Ridurre significativamente la mortalità infantile è possibile anche nei Paesi con scarse risorse economiche. Lo dimostra il Niger, uno dei paesi più poveri del mondo, che per i suoi passi avanti nel diminuire i decessi tra i bambini è in testa alla classifica redatta da Save the Children.
Il rapporto “Vite sul filo”, diffuso dall’ong nell’ambito della campagna globale Every One, specifica che 4 milioni di bimbi in più potrebbero essere salvati se gli Stati facessero sforzi maggiori nell’aiutare i più deboli.
Nonostante le carestie ricorrenti, dal 1990 a oggi il Niger ha ridotto di quasi due terzi le morti tra i bambini sotto i 5 anni, perché i suoi progetti per l’infanzia hanno raggiunto tutte le aree del Paese e tutti i livelli sociali.
Nazioni come Bangladesh e Cambogia, invece, rischiano di arrestare i progressi nella tutela della salute infantile, a causa delle disuguaglianze esistenti.
Save the Children afferma che nell’Africa sub sahariana, dove si concentra la metà
delle morti infantili, nonostante il generale miglioramento economico il divario fra bambini ricchi e poveri dal 1998 al 2008 è aumentato.
Per portare il problema all’attenzione dell’opinione pubblica e sollecitare gli aiuti, 50.000 bambini partecipano questo 23 ottobre alle “Race for Survival”, maratone non competitive in 67 Paesi, dall’Afganistan al Rwanda, dalla Gran Bretagna alla Spagna, col supporto di personaggi noti dello sport e dello spettacolo. – Euronews