Dopo una giornata di dichiarazioni bellicose tra le due principali formazioni politiche del Mozambico, il Fronte di liberazione del Mozambico (Frelimo) al governo dalla fine della guerra civile e la Resistenza nazionale del Mozambico (Renamo) che aveva manifestato la volontà di annullare i termini dell’accordo di pace siglato a Roma nel 1992, il presidente Armando Guebuza e rappresentanti della Renamo hanno sostenuto di voler evitare un ritorno al conflitto armato.
A dirlo è stato all’agenzia di stampa France Press Lourenco do Rosario, mediatore nei negoziati tra i due movimenti che da diversi mesi sono bloccati sulla questione della rappresentanza partitica in seno alla commissione elettorale.
Guebuza, attraverso il suo portavoce Edson Macuacua, ha diffuso un comunicato affermando di non aver “in nessun momento” dichiarato guerra nel paese e che “la cosa fondamentale è portare avanti il dialogo”.
Una posizione simile a quella della Renamo, secondo do Rosario, che però chiede anche il ritiro dell’esercito dalle posizioni conquistate nel distretto di Gorongosa.
La situazione in Mozambico è precipitata dopo che l’esercito ha attaccato domenica la base della Renamo d Santungira nei pressi di Gorongosa, nella provincia centrale di Sofala, dove dall’agosto dello scorso anno si è insediato il leader dell’opposizione Afonso Dhlakama insieme ad alcune centinaia di ex-miliziani.
L’attacco, secondo quanto riferito dal ministero della Difesa del Mozambico, sarebbe stata una risposta all’agguato contro una pattuglia dell’esercito la settimana scorsa.
Non è chiaro quali siano state le conseguenze dell’assalto contro la base della Renamo, anche se i suoi membri hanno detto che Dhlakama sarebbe in salvo e che proprio il loro leader sarebbe stato il bersaglio principale.
Diversi commentatori internazionali hanno sottolineato come la dichiarazione di ieri della Renamo di voler abbandonare gli accordi di Roma sia piuttosto una mossa politica, in vista delle elezioni amministrative, che si terranno a novembre, e delle politiche dell’anno prossimo, entrambe boicottate dal principale partito d’opposizione.
Ad aver spinto Dhlakama a sostenere la fine dell’accordo di pace potrebbe essere stata infatti l’assenza di passi in avanti nei negoziati con il partito di governo, anche se la decisione di boicottare le elezioni rischia di marginalizzare ulteriormente il suo partito. Una strategia che può risultare fallimentare considerando che i membri armati della Renamo si riducono ormai ai soli veterani del periodo della guerra civile.* Michele Vollaro – Atlasweb