Sfumano le speranze di pace e prosperità celebrate due anni fa in Sud Sudan che festeggiava l’ indipendenza dal Sudan. Decenni di scontri interetnici sembravano essere stati messi da parte per spalancare una nuova era.
Ma sotto la cenere il fuoco non si è spento riattizzato delle rivalità tra militari dell’Spla (Esercito per la Liberazione del Sudan), rimasti fedeli al presidente Salva Kiir di etnia Dinka, e quelli che hanno aderito alla ribellione, secondo alcune fonti programmata dall’ex vicepresidente Rijek Machar di etnia Nuer.
Il pomo della discordia è il petrolio, lo sfruttamento delle risorse che fanno del Sud Sudan il terzo produttore di greggio in Africa dopo Angola e Nigeria. Attorno a questo business prospera la corruzione.
L’escaltion della crisi dipende anche dal siluramento da parte del Presidente Kiir del suo vice Machar, accusato di tradimento.
Tra Kiir e Machar i rapporti non sono mai stati buoni.
Entrambi erano stati collaboratori del colonnello John Garang, morto in un incidente aereo dopo aver combattuto tutta la vita per l’indipendenza del Sud Sudan da Khartoum.
La scorsa settimana Kir aveva lanciato un invito al dialogo per fermare la violenza, invito poi caduto nel vuoto. Il paese resta quindi una polveriera che ripiomba nei decenni dei conflitti interetnici. – Euronews