24-04-2014 – Kenya – Governo sotto accusa, “un anno di violazioni e abusi”

di AFRICA

Violazioni dei diritti umani, impunità, repressione del dissenso: sono le critiche mosse al nuovo governo del Kenya del presidente Uhuru Kenyatta da due organizzazioni non governative in un bilancio – poco lusinghiero – del suo primo anno al potere. Secondo la Commissione keniana per i diritti umani (Khrc) e la Federazione internazionale per i diritti umani (Fidh), le autorità di Nairobi “hanno cercato di strangolare le voci del dissenso, attraverso l’adozione di una legislazione più restrittiva nel campo dell’informazione e delle ong”. Gli autori del rapporto condannano inoltre “il ricorso all’uso sproporzionato della forza da parte delle forze dell’ordine sui dimostranti” e la “persecuzione giudiziaria degli oppositori e attivisti per i diritti umani”. Le organizzazioni riferiscono inoltre di “violazioni flagranti” commesse nell’ambito della lotta all’estremismo islamico, divenuta una priorità nel paese dopo l’attacco dello scorso anno al centro commerciale Westgate di Nairobi. L’attentato – rivendicato dagli insorti somali Al Shabaab – ha causato almeno 64 vittime e scatenato una serie di esecuzioni mirate dai contorni tuttora poco chiari, nei confronti degli imam radicali presenti sulla costa, unica regione a maggioranza musulmana del paese. “Col pretesto di preservare pace e stabilità nel paese, le autorità hanno condotto operazioni antiterroristiche caratterizzate, in molti casi, da serie violazioni dei diritti umani” affermano gli esperti, che non risparmiano critiche a Kenyatta e al suo vice, William Ruto – entrambi accusati di crimini contro l’umanità nelle violenze post-elettorali del 2007-2008 – per aver “attivamente cercato di minare l’autorità della Corte penale internazionale”. “Piuttosto che adempiere ai loro obblighi per assicurare alle vittime delle violenze giustizia e risarcimenti – si legge nel rapporto – Kenyatta e Ruto hanno operato attivamente per cercare di minare i loro diritti”. – Misna

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