Si sono impegnati a interrompere tutti i combattimenti in corso entro 24 ore, il governo e le forze ribelli che hanno siglato ieri sera ad Addis Abeba l’accordo per il cessate-il-fuoco.
L’accordo sopraggiunge quando sul campo le forze governative hanno ripreso il controllo di alcune grandi città.
La firma, che mette fine a cinque settimane di scontri armati, è stata possibile dopo che l’annuncio del governo sud-sudanese di essere pronto a liberale le 11 personalità politiche detenute a Juba con l’accusa di essere legata ad un tentativo di colpo di stato ai danni del presidente Salva Kiir.
Sempre ieri, la delegazione che rappresentava i ribelli raccoltisi intorno alla figura dell’ex vice-presidente Riek Machar aveva riferito come la questione della loro liberazione non fosse più considerata una precondizione necessaria per l’intesa.
In base ai termini dell’accordo, i mediatori dell’Autorità intergovernamentale per lo sviluppo (IGAD) avvieranno consultazioni con le due parti per formare un Meccanismo di controllo e verifica (MVM) incaricato di supervisionare il ritiro dei gruppi armati dal campo e la progressiva distensione dello stato d’emergenza.
I negoziati per la mediazione sono ora riaggiornati al prossimo 7 febbraio, in modo da consentire la creazione dei diversi strumenti previsti dall’accordo per garantire il cessate-il-fuoco. Il punto interrogativo, secondo alcuni osservatori, riguarda il rispetto o meno degli accordi, e in particolare il grado di controllo che l’ex vice-presidente Riek Machar esercita sui ribelli. * Michele Vollaro – Atlasweb