La condanna a morte pronunciata dal tribunale di Minya, nel sud dell’Egitto, nei confronti di 529 sostenitori dei Fratelli Musulmani egiziani non e’ altro che “una sentenza politica per fare pressione sulla Fratellanza e costringerla a riconoscere il colpo di stato”, ossia la destituzione da parte dell’esercito dell’ex presidente Mohammed Morsi lo scorso luglio. E’ quanto dichiara ad Aki-Adnkronos International Amro Abdel Hadi, portavoce del Fronte ‘Damir’, vicino all’Alleanza nazionale a sostegno della legittimita’, la corrente che appoggia il presidente deposto, a proposito delle pene capitali comminate nell’ambito del maxiprocesso che vede imputati 1.200 sostenitori di Morsi. – Adnkronos/