Almeno 98 persone hanno perso la vita nel naufragio di una barca che trasportava rifugiati congolesi nel lago Alberto, tra Congo e Uganda. Lo fa sapere l’Unhcr, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati, precisando che l’incidente ha avuto luogo sabato mattina. Quarantuno persone sono state tratte in salvo, mentre sono stati recuperati 98 corpi senza vita. Sull’imbarcazione viaggiavano probabilmente circa 250 persone. Tra le vittime, riferisce l’Unhcr, c’erano anche dei bambini.
La barca affondata era una delle due che sabato mattina avevano lasciato il distretto di Hoima sulla sponda orientale del lago Alberto. Le imbarcazioni trasportavano rifugiati che vivevano nel campo profughi di Kyangwali, in Uganda, e che stavano tornando nelle proprie case nell’est del Congo. Una delle due barche si è capovolta e i passeggeri sono caduti in acqua. I sopravvissuti sono stati trasportati nel distretto di Bundibugyo, nel nordovest dell’Uganda, dove ricevono assistenza da parte dell’Unhcr, del governo di Kampala e di altre organizzazioni. Il governo e l’agenzia dell’Onu stanno inoltre fornendo sostegno ai familiari delle vittime arrivati in Uganda e stanno organizzando il trasporto delle salme in Congo.
“Questa tragedia mi ha scosso profondamente”, ha detto l’Alto commissario dell’Onu per i rifugiati, António Guterres. “I miei pensieri – ha aggiunto – sono con chi ha perso i propri cari e con i sopravvissuti”. Secondo i dati dell’Unhcr, a fine febbraio l’Uganda ospitava complessivamente più di 328.900 rifugiati e richiedenti asilo, di cui quasi 175.500 congolesi. Negli ultimi mesi sempre più di loro hanno deciso di ritornare in Congo di propria volontà. La maggior parte è diretta nella zona di Rutshuru nella provincia del Kivu Nord. In molti scelgono di raggiungere il Congo attraverso il lago Alberto, nonostante la campagna delle autorità mirata a mettere in evidenza i pericoli dell’attraversamento. – LaPresse/AP