Il capo della comunità originaria del Darfur a Juba, capitale del Sud Sudan, ha annunciato dimostrazioni per i massacri avvenuti a Bentiu, nello Stato di Unità, dove diverse centinaia di persone sono state uccise dopo che i ribelli di Riek Machar hanno ripreso il controllo della città, il 15 aprile.
La Missione ONU in Sud Sudan (MINUSS) accusa i ribelli di aver selezionato le vittime su base etnica, scegliendole tra le etnie non Nuer (l’etnia dell’ex Vice Presidente in lotta con il Presidente Salva Kiir). Tra gli uccisi vi sono pure delle persone originarie del Darfur, la regione del Sudan a sua volta in preda alla guerra tra diversi gruppi armati e con i militari di Khartoum. Parlando alla radio cattolica “Bakhita Radio” il rappresentate della comunità del Darfur a Juba, Abdalla Hamed, ha affermato che le persone originarie del Darfur uccise a Bentiu erano dei mercanti e non dei guerriglieri che appoggiavano il Presidente Kiir, come affermato dai ribelli.
Secondo Hamed nella sola moschea di Bentiu sono state uccise 420 persone (secondo la MINUSS i sono circa 200). Anche coloro che hanno cercato rifugio nella locale chiesa cattolica e nell’ospedale sono stati massacrati. (L.M.) – Ag. Fides