È di 19 feriti, tra cui due poliziotti, il bilancio di scontri tra comunità locali nei pressi di Bukavu, capoluogo dell’instabile provincia del Sud Kivu al confine con il Rwanda. Le violenze, secondo quanto riferisce l’emittente locale Radio Okapi, sono cominciate questa mattina in un quartiere del comune di Ibanda, sede di numerosi uffici amministrativi, quando un gruppo di giovani di etnia banyamulenge ha innalzato barricate lungo la via d’accesso principale, impedendo agli studenti di recarsi nelle scuole e agli impiegati di raggiungere uffici e attività lavorative.
I giovani – tutsi congolesi di origine ruandese – sostengono di essersi rivoltati per vendicare un concittadino banyamulenge ferito durante una disputa. Dal canto loro, i presunti ‘aggressori’ accusano i giovani tutsi di sostenere la ribellione armata del Movimento 23 marzo, in armi contro il governo di Kinshasa.
Anche se nelle ultime ore nella zona è stata ripristinata la calma, le scuole sono rimaste chiuse e la polizia pattuglia le strade di collegamento tra Bukavu e Ibanda.
Il governatore della provincia Marcellin Cishambo, ha convocato una riunione con i capi dei due gruppi implicati negli scontri. Fin dai primi anni 90 – e soprattutto dopo il genocidio ruandese del 1994 – la questione dei Banyamulenge, e dei cittadini tutsi in generale è al centro di numerose problematiche socio-politiche nelle due provincie del Kivu. – Misna