C’è un sentimento di attesa e incertezza a Juba, nonostante le destituzioni del governo e del vice-presidente siano state disposte dal capo di Stato Salva Kiir nel rispetto delle sue prerogative costituzionali: lo dicono fonti della MISNA, raggiunte nella capitale e in altre città del Sud Sudan.
“Tutti si chiedono cosa accadrà nelle prossime ore – dice Simon Tongun, un giornalista dell’emittente cattolica Radio Bakhita – e alcuni temono che la decisione di Kiir possa creare tensioni anche su un piano dei rapporti tra le etnie”. Il presidente è un dinka, la comunità più numerosa del Sud Sudan, mentre il suo ormai ex vice Riek Machar è un nuer, il secondo gruppo per importanza e consistenza. Secondo Tongun, nel centro della capitale sono aumentati i posti di blocco della polizia, mentre in periferia sono state dispiegate unità dell’esercito.
Nel pomeriggio, con un messaggio diffuso via Facebook, Machar ha chiesto alla popolazione di mantenere la calma e di non contestare in strada la scelta di Kiir. Negli ultimi sei mesi, i due avevano interrotto ogni tipo di collaborazione. Un momento decisivo era stato l’annuncio del vice-presidente dell’intenzione di candidarsi alla guida del Movimento popolare di liberazione del Sudan (Splm) e, in occasione delle elezioni del 2015, del paese. – Misna