Non si ferma la spirale di violenza in Libia. Anche oggi, secondo quanto hanno riferito testimoni, nuovi raid aerei hanno colpito alcune aree periferiche di Tripoli, mentre le milizie di Misurata hanno attaccato la sede di una tv locale vicina alla milizia (nazionalista) di Zintan.
E sempre oggi il Cairo ha smentito “categoricamente” ogni suo coinvolgimento negli attacchi aerei che in questi giorni hanno preso di mira la capitale libica nel tentativo di arrestare i miliziani. Ieri le stesse milizie libiche avevano accusato l’Egitto e gli Emirati Arabi Uniti d’essere responsabili dei raid.
Sul terreno politico è ormai caos: mentre il Parlamento eletto il 25 giugno – in preda alle divisioni e costretto da tempo a riunirsi a Tobruk per sfuggire alla minaccia delle milizie che combattono a Tripoli e fanno il bello e il cattivo tempo a Bengasi – bolla come “gruppo terroristico” l’organizzazione ‘Alba della Libia’ (sorta di coordinamento delle milizie islamiche libiche animato in particolare dagli ex ‘rivoluzionari’ di Misurata e impegnato da settimane a contendere fra l’altro ai rivali di Zintan l’aeroporto di Tripoli), l’ex Assemblea libica – il Congresso generale nazionale a maggioranza islamista – ha deciso di riconvocarsi a Tripoli.
Della situazione libica si occuperanno i ministri degli Esteri di Algeria, Tunisia, Sudan, Ciad, Niger, Egitto e Libia che si riuniranno domani al Cairo. (ANSAmed).