Si chiama Hydre e coinvolge 1500 soldati maliani, francesi e caschi blu della missione Onu (Minusma) la “vasta operazione militare senza precedenti” lanciata nel nord-est del paese per “esercitare pressioni su eventuali movimenti terroristici” ed “evitare la loro riorganizzazione”. L’avvio della nuova operazione, risalente a pochi giorni fa, è stato annunciato dal portavoce dello stato-maggiore delle forze armate francesi. Il colonnello Gilles Jaron ha precisato che “non si tratta di una risposta ai recenti attacchi commessi da elementi jihadisti” – l’ultimo è di alcune ore fa a Tessalit – ma bensì di “interventi previsti e regolari per la stabilizzazione del paese”.
In merito all’attentato-suicida di Tessalit, il colonnello Jaron ha commentato che “non siamo sorpresi di vedere puntualmente alcuni gruppuscoli passare all’azione”, sottolineando che “sono attacchi tesi a segnare le menti ma non a conquistare le città colpite”. Il portavoce dello stato-maggiore delle forze armate francesi ha poi confermato che “sappiamo che non tutti i gruppi terroristi presenti in Mali sono stati eliminati” quindi “in determinati momenti possono tornare a manifestarsi”. Tra un mese i maliani torneranno alle urne per completare il processo elettorale con le legislative: con la formazione di un nuovo parlamento si concluderà la transizione politica cominciata nel marzo 2012. Lo scorso agosto è stato eletto il presidente Ibrahim Boubacar Keita.
Il Mali è uscito da poco da una grave crisi armata durata un anno e mezzo, che ha visto da gennaio 2012 l’occupazione della regione settentrionale dell’Azawad da parte di gruppi ribelli tuareg ed islamisti. L’esteso territorio desertico è stato liberato grazie all’intervento militare di Parigi – con l’operazione Serval – e dei soldati dei paesi dell’Africa occidentale passati lo scorso luglio sotto il comando delle Nazioni Unite. – Misna