Domenica si vota, ma la Tunisia deve fare i conti con uno stato di insicurezza che, sebbene molto distante da quello che per esempio si respira in Libia, sta sollevando preoccupazioni. Ieri, le forze di sicurezza hanno ingaggiato un conflitto a fuoco con una presunta cellula terroristica a Oued Ellil, alle porte di Tunisi, e un agente è rimasto ucciso. In precedenza era stata una guardia privata ad essere uccisa a Kebili, 500 chilometri a sud di Tunisi.
Parlando alla stampa, il portavoce del ministero degli Interni, Mohammed Ali Aroui, ha dato particolari delle ultime azioni di polizia specificando che a Oued Ellil, i “terroristi” avevano trovato rifugio presso la stessa abitazione di uno di loro con all’interno donne e bambini.
Il clima di insicurezza si è fatto più evidente con l’approssimarsi delle elezioni. Il ministro degli Interni, Lotfi Ben Jeddou, ha detto che le forze di sicurezza hanno sventato diverse azioni terroristiche mirate a colpire politici e giornalisti con lo scopo di boicottare il voto e spingere il paese nel caos.
La Tunisia è stato il primo paese a sollevarsi durante la cosiddetta Primavera araba costringendo agli inizi del 2011 l’allora presidente Zine el Abidine Ben Ali a lasciare il paese. Da allora, i tunisini hanno votato un’Assemblea costituente, hanno avuto un governo guidato da Ennahda, e ora si accingono a passare alla fase finale della transizione. – Atlasweb