Sarà con ogni probabilità lo stesso presidente Robert Mugabe a scegliere il suo successore una volta abbandonata la guida dello Zimbabwe, che detiene ininterrottamente dal 1980. Questo sembra essere il senso delle modifiche allo statuto del partito di governo Zanu-Pf approvate durante una lunga riunione notturna dell’ufficio politico avvenuta nel fine-settimana.
Un portavoce del partito ha riferito semplicemente di un accordo su cambiamenti “profondi” del regolamento interno, ma diverse fonti qualificate hanno fornito alla stampa elementi più specifici. Attraverso le ultime modifiche Mugabe avrebbe riservato a sé il potere di nomina dei suoi due vice nello Zanu-Pf, che automaticamente assumeranno le stesse posizioni nel governo. Finora i due posti erano assegnati dopo un voto dei delegati provinciali. Ufficialmente la mossa è motivata dal desiderio di creare “coesione nel partito”. Viste le cariche in gioco e l’autorità di cui Mugabe gode anche a livello simbolico come ex guida della lotta di liberazione dell’attuale Zimbabwe, però, le designazioni effettuate dal presidente peseranno inevitabilmente anche sulla lotta attualmente in corso tra varie fazioni per la successione al novantenne leader.
Tra il 2 e il 7 dicembre prossimi lo Zanu-Pf terrà il suo congresso nazionale, dove Mugabe sarà l’unico candidato per la leadership. A livello interno però gli occhi sono puntati sui futuri rapporti di forza tra l’ala guidata dall’attuale vice-presidente Joice Mujuru, che di recente ha visto molti suoi seguaci sospesi o espulsi dal partito, i fedelissimi del ministro della giustizia Emmerson Mnangagwa e i sostenitori della moglie del presidente, Grace. Tutti e tre sono stati indicati come aspiranti alla successione da varie analisi politiche. – Misna