Delineare 375 chilometri di confine, tra Tong Tong e Botou, per archiviare un contenzioso decennale tra Niger e Burkina Faso: sul terreno sono cominciati i lavori affidati ad un’apposita Commissione tecnica mista (Cmat), diretta dai ministri dell’Amministrazione territoriale di Niamey e Ouagadougou. Lo scorso aprile una sentenza “definitiva e inappellabile” pronunciata dalla Corte internazionale di giustizia ha messo la parola fine a un litigio tra i due paesi africani che verteva in tutto su un tratto di 620 km, in una regione per lo più desertica e battuta da popolazioni nomadi. Il Niger e il Burkina Faso si erano rivolti all’istituzione Onu con sede all’Aia nel luglio 2010.
Le zone erano contese da anni a causa di un’interpretazione diversa di testi risalenti al periodo coloniale, datati 1927, quando i due paesi erano sotto il dominio della Francia, e di una mappa dell’Istituto di cartografia francese del 1960. E’ sulla base della documentazione esistente che la Corte ha delineato il tracciato, completandolo con una raccomandazione ai due governi coinvolti, quella di tenere conto dello stile di vita delle popolazioni nomadi e agricoltori sedentari che vivono nella regione.
A questo punto la Commissione tecnica mista deve segnare fisicamente sulle terreno, in 48 punti, le precise indicazioni topografiche contenute nella sentenza della Corte. Il tracciato chiarirà di conseguenza anche lo statuto politico e amministrativo dei cittadini stabiliti in quel territorio così come gli obblighi dei due stati nei loro confronti.
Tuttavia le popolazioni locali si sono dette “preoccupate” per le ripercussioni sulla vita quotidiana, in particolare per quanto riguarda i terreni coltivati de decenni da una parte e dall’altra dal confine. “Una volta tracciata la frontiera non dovrà essere considerata una barriera ma piuttosto un ponte tra due popoli” ha dichiarato il ministro burkinabè Jérôme Bougouma. Per il ministro dell’Interno nigerino Hassoumi Massaoudou, il nuovo tracciato “consentirà di rafforzare i legami secolari che uniscono le due popolazioni”.
Di recente riserve di oro sono state scoperte nell’area in questione e diverse società hanno già messo a punto progetti di sfruttamento. Sullo sfruttamento del sottosuolo la Corte internazionale di giustizia non ha dato alcuna indicazione. – Misna