“In Nigeria la vita vale sempre meno” dice alla MISNA padre Anthony Zakka, presidente dell’Associazione dei direttori diocesani delle comunicazioni sociali. Si è da poco diffusa la notizia dell’ennesima strage attribuita agli islamisti di Boko Haram.
Le vittime sono ragazzi di età compresa tra gli undici e i 18 anni. Uccisi, riferiscono le edizioni online dei quotidiani locali, da un commando di uomini armati che questa notte hanno fatto irruzione nel dormitorio dell’istituto dove studiavano. È accaduto a Buni Yadi, una cittadina della regione nord-orientale di Yobe dove lo stato di emergenza proclamato a maggio dal governo federale non ha risolto i problemi. “Il governo – dice padre Anthony – non fa abbastanza per garantire la sicurezza e a pagare sono civili indifesi, musulmani e cristiani senza distinzione”.
Secondo il religioso, originario del nord del paese, Boko Haram ha acquisito forza grazie alle connivenze e al tacito sostegno di settori della politica. “Nel nome della sicurezza nazionale – sottolinea padre Anthony – si aumentano le spese pubbliche e, con esse, le occasioni di arricchimento illecito”. L’entrata in vigore dello stato di emergenza nelle regioni nord-orientali si è accompagnato all’invio di migliaia di soldati di rinforzo. Soprattutto nelle aree rurali, però, questa strategia non ha ridotto né la frequenza né la gravità delle violenze e degli attentati degli islamisti. Per dare l’idea delle risorse finanziarie in gioco padre Anthony ricorda che per il rancio di un solo soldato è prevista una spesa di 1500 naira al giorno, più di nove dollari. “Nonostante alle Forze armate sia assicurate risorse ingenti – dice il religioso – il governatore della regione di Borno Kashim Shettima ha potuto sostenere che i militari sono peggio equipaggiati e meno motivati degli uomini di Boko Haram”.
L’assalto al College federale di Buni Yadi ha dei precedenti. Nella vicina cittadina di Gujba, a settembre, uomini armati avevano fatto irruzione nel dormitorio di un istituto di agronomia uccidendo decine di ragazzi. Una decina di giorni fa presunti militanti di Boko Haram avevano dato alle fiamme un villaggio della regione di Borno, uccidendo più di cento persone. – Misna