“Anche se nella capitale le attività quotidiane si svolgono regolarmente, la parola ebola è sulla bocca di tutti. La paura è tanta perché da una parte sappiamo che non c’è alcun rimedio e dall’altra l’origine esatta del virus non è stata ancora identificata”: lo dice alla MISNA Charles Quenum, esponente della società civile guineana contattato a Conakry. In base alle ultime informazioni diffuse dalle autorità sanitarie, su 86 casi accertati l’ebola ha già causato 59 vittime nelle località di Guéckédou, Macenta e Kissidougou, nella regione Forestière (sud). “Ieri sera, con un comunicato diffuso alla radio e alla televisione, fonti governative hanno precisato che per ora le morti accertate dal virus sono 12 nella regione Forestière e una a Conakry, mentre sulla causa degli altri 47 decessi non c’è stata alcuna conclusione formale” prosegue l’interlocutore della MISNA, sottolineando che anche i numeri e le versioni contrastanti “non rassicurano” la gente.
Sulla base di testimonianze provenienti dalle tre località meridionali colpite si sta facendo strada la possibilità che il virus “sia arrivato dalle vicine Liberia e Sierra Leone”. Un’ipotesi tutta da confermare.
“C’è una vasta campagna di informazione e sensibilizzazione sui media e via sms che indica ai cittadini quali misure di prevenzione rispettare e le regole igieniche da osservare per mettersi al riparo” dice ancora Quenum. “Ora mi trovo in una scuola della capitale. Solo pochi alunni sono assenti, ma anche qui osserviamo già le misure di precauzione: gli studenti si lavano spesso le mani con sapone e candeggina, come richiesto dalle autorità sanitarie” riferisce la fonte locale. Le dichiarazioni ufficiali vengono diffuse col contagocce e con toni prudenti per “evitare il panico generalizzato che causerebbe un esodo di massa dalla capitale – conclude l’interlocutore della MISNA -. Anche perché non è detto che nei villaggi si possa essere più al sicuro, purtroppo”. – Misna