L’Angola non dovrebbe essere “una monarchia”, né “un’azienda di famiglia”: sono alcune delle reazioni con le quali dirigenti di partiti di opposizione hanno accolto a Luanda la notizia della nomina di un figlio del presidente José Eduardo dos Santos al vertice del Fondo sovrano finanziato dai proventi del petrolio.
“Vediamo cos’altro accade in questa monarchia” ha commentato Lindo Bernardo Tito, dirigente di Convergenza ampia per la salvezza dell’Angola-Coalizione elettorale (Casa-Ce). Sulla stessa lunghezza d’onda Alcides Sakala, portavoce degli ex ribelli dell’Unione per l’indipendenza totale dell’Angola (Unita). “Il presidente – ha detto il responsabile – si comporta come altri leader africani che creano semi-monarchie trasferendo il potere ai figli”.
Al di là di questi e altri giudizi, resta il fatto che il trentacinquenne José Filomeno de Sousa dos Santos è stato promosso alla guida di un organismo con una dotazione di diversi miliardi di dollari. Un posto adatto, riferisce oggi il portale di informazione Africa Review, per poter aspirare in un prossimo futuro alla successione del padre settantenne. Lui, il presidente, in carica dal 1979, ha già offerto incarichi di prestigio ad alcuni familiari. Il genero, Manuel Vicente, è vice-capo dello stato. La sua figlia primogenita, Isabel dos Santos, ha in mano la società nazionale di telecomunicazioni e secondo la rivista americana Forbes è l’unica miliardaria donna a sud del Sahara. – Misna