25/07/13 – Egitto – Ultimatum militari a Fratellanza, basta proteste

di AFRICA

 

Vigilia ad altissima tensione in Egitto del venerdi’ della resa dei conti fra la piazza musulmana e quella che accogliera’ l’invito del comandante della forze armate a dare all’esercito un mandato contro violenze e terrorismo.

Dopo l’appello a manifestare lanciato ieri da Abdel Fattah el Sissi ed una serie di messaggi rassicuranti sulla volonta’ dei militari di non colpire una singola forza politica, e’ arrivato un segnale di indurimento. Su una pagina Facebook vicina, ma non ufficiale, delle forze armate e’ stato dato un ultimatum di 48 ore alle forze politiche, leggi Fratellanza, per unirsi al processo di riconciliazione nazionale. “Le forze armate non volgeranno le loro armi contro il popolo, ma contro la violenza e il terrorismo nero che non ha ne’ religione ne’ patria’” e’ stato il messaggio che, a poche ore dall’inizio delle manifestazioni, ha rafforzato il timore che domani sara’ una giornata sanguinosa.

Qualsiasi sia l’epilogo, le piazze contrapposte dei pro e anti Morsi si misureranno di nuovo e nelle intenzioni dei due schieramenti le manifestazioni saranno ancora piu’ imponenti di quelle viste nei giorni scorsi. Inoltre l’appello del capo delle forze armate a scendere in piazza alza la posta in gioco, facendo di domani anche un indice di gradimento sull’operato dei militari, che hanno deposto il primo presidente dei Fratelli musulmani Mohamed Morsi il 3 luglio scorso sulla scia di manifestazioni gigantesche il 30 giugno.

A sostegno dell’appello di el Sissi scenderanno in piazza i sostenitori dei principali movimenti anti Morsi, i ribelli di Tamarod e il Fronte di salvezza nazionale, secondo il quale “la protezione della sicurezza dei cittadini e’ un dovere nazionale di tutte le istituzioni nazionali, prima fra tutte le forze armate, davanti a coloro che vogliono terrorizzare il popolo egiziano”.

A sostenere la mobilitazione lanciata dai militari si e’ fatto sentire anche l’ultimo premier sotto l’ex rais Hosni Mubarak Ahmad Shafik che, in un video, ha sollecitato i manifestanti a dare “un mandato” alle forze armate. Alla trentina di marce indette dai Fratelli musulmani per sostenere Morsi, la legittimita’ democratica e “la liberta’ dono di Dio” come ha detto la guida della Confraternita Mohamed Badie, risponderanno gli anti Morsi con 23 marce che partiranno da numerosi quartieri della capitale per convergere a piazza Tahrir e al palazzo presidenziale a Ittahadeya.

Il portavoce delle forze armate, sulla sua pagina Facebook, ha negato che l’appello di el Sissi sia una minaccia contro una singola forza politica, mentre il premier Hazem el Beblawi nella sua prima conferenza stampa ha detto che “e’ lontano dall’essere un invito allo scontro, ma e’ necessario che tutti possano esprimersi liberamente”.

Ma vista l’accelerazione degli eventi e l’ennesimo attacco nel nord Sinai nel quale sono morti due soldati, appare ormai fuori tempo massimo la proposta di mediazione formulata dall’ex premier di Morsi, Hisham Qandil. In un video ha proposto che siano liberati tutti i detenuti dal 30 giugno e che siano sospesi i procedimenti giudiziari nei confronti dei vertici della Fratellanza in cambio di una inchiesta indipendente sulle violenze che hanno segnato il paese e nelle quali sono morte oltre cento persone. Ma le piazze sono gia’ andate oltre e sono pronte allo showdown finale. * Danila Clegg  – ANSAmed

 

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