Ennahda, partito islamista al potere in Tunisia, indicata oggi come mandante dell’assassinio dell’esponente dell’opposizione Mohamed Brahmi dalla famiglia di quest’ultimo, ha respinto le accuse: il partito ha definito l’uccisione “una catastrofe per la Tunisia” e ha detto che i suoi autori vogliono la “guerra civile”.
L’assassinio di Brahmi, ucciso con 11 colpi di arma da fuoco davanti alla sua abitazione, è “una catastrofe per la Tunisia e un grande choc per la transizione democratica”, ha affermato Ennahda in una dichiarazione all’Agence France Presse.
“I mandanti di questo delitto vogliono portare il paese verso una guerra civile e turbare la transizione democratica”, ha detto il leader di Ennahda, Rachid Ghannouchi, “c’è come una volontà di impedire agli arabi e specificamente ai paesi della primavera araba di portare a buon fine la transizione democratica”.
Anche i familiari di Chokri Belaid, membro dell’opposizione ucciso a febbraio con le stesse modalità, avevano accusato Ennahda del crimine. La giustizia tunisina ha invece imputato il crimine a un piccolo gruppo radicale islamico. – TMNews