Dopo una settimana di trattative ad Algeri, il governo di Bamako e sei gruppi armati, arabi e tuareg, dell’Azawad hanno firmato un documento di “cessazione delle ostilità” e una ‘road map’ che stabilisce un calendario delle prossime scadenze“verso una soluzione globale e negoziata” della crisi in atto da gennaio 2012.
Il prossimo appuntamento tra le parti è previsto per il 17 agosto, con un nuovo round di colloqui ad Algeri, fino all’11 settembre. Sulla carta, entro il prossimo ottobre, in Mali verrà poi siglato un “piano di pace definitivo”.
Il primo documento concordato ad Algeri – di fatto un accordo di cessate il fuoco – prevede la creazione di una commissione congiunta incaricata di mettersi in contatto con gli attori della crisi per “facilitare il consolidamento delle cessazione delle ostilità, con il monitoraggio della Missione Onu in Mali (Minusma)”. In questo contesto interverrà anche la liberazione di tutti i prigionieri e di tutte le persone detenute nell’ambito del conflitto.
La ‘road map’ stabilisce invece il quadro negoziale delineato in modo “consensuale”. Iscritti nero su bianco i principi del rispetto dell’integrità territoriale e della laicità dello Stato, sui quali le autorità di Bamako non intendono trattare.
Per il ministro degli Esteri algerino, Ramtane Lamamra, la doppia firma rappresenta un “risultato soddisfacente per questa fase preliminare del dialogo intermaliano”.
I documenti sono stati siglati dal Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad (Mnla, tuareg), dall’Alto consiglio per l’unità dell’Azawad (Hcua), dal Movimento arabo dell’Azawad (Maa), dal Movimento arabo dell’Azawad-dissidente, dal Coordinamento per il popolo dell’Azawad (Cpa) e dal Coordinamento dei Movimenti e fronti patriottici di resistenza (Cm-Fpr). Tuttavia le componenti dei principali gruppi ribelli non sono riuscite a presentare un elenco comune di rivendicazioni a causa di divisioni interne ai tuareg ma anche tra tuareg e arabi.
Coinvolti nei negoziati intermaliani Unione Africana, Onu, Comunità economica dell’Africa ocidentale (Cedeao), Unione Europea, Organizzazione della conferenza islamica e i paesi vicini (Algeria, Niger, Burkina Faso, Ciad, Mauritania).
Tuttavia sul terreno la situazione rimane ancora instabile e tesa, in particolare nella regione del capoluogo settentrionale di Kidal, dove in questi giorni sono proseguiti scontri tra gruppi dissidenti. – Misna