25/09/13 – Marocco – Arresto giornalista, appello Cospe e Amnesty

di AFRICA

 

Preoccupazione anche in Italia per il giornalista marocchino Ali Aznoula, direttore della versione araba del sito internet Lakome, arrestato il 17 settembre per la pubblicazione di un video attribuito ad al-Qaeda nel Maghreb Islamico (AQMI). A lanciare l’allarme è l’Ong italiana Cospe (Cooperazione alla sviluppo dei Paesi emergenti), promotrice nei giorni scorsi in Marocco di un seminario sul ruolo dei media e della società civile, organizzato dal partner locale Chabaka nell’ambito del progetto Mednet, cui anche Aznoula avrebbe dovuto partecipare.

Un invito alla mobilitazione è stato lanciato anche da Amnesty International, che precisa che il video era stato pubblicato tramite un link ad un articolo del quotidiano spagnolo El Pais.

Ali Anouzla, riferisce il Cospe, ”è uno dei giornalisti più noti in Marocco e nel mondo arabo grazie alla sua aspra critica alla monarchia marocchina e al suo apparato. I suoi articoli di promozione della democrazia e della trasparenza erano estremamente popolari e condivisi sui social media”.

Il giornalista rischia una condanna a sei anni di carcere in base alla legge antiterrorismo, sottolinea Debora del Pistoia dell’Ufficio tunisino del Cospe, che segue da vicino la vicenda.

Ali è ancora in fermo cautelare – spiega – ed è stato trasferito da Casablanca al carcere di Salé in attesa del processo. La legge antiterrorismo del 2003 prevede, prosegue la cooperante, un fermo cautelare per 96 ore rinnovabili due volte, fino a 12 giorni. Anouzla ha potuto incontrare i suoi avvocati solo nel fine settimana e gli è vietata ogni forma di comunicazione esterna.

I capi d’accusa Anouzla sono quelli di assistenza e apologia del terrorismo. Il video era intitolato ”Marocco: Regno di corruzione e dispotismo”, ma l’articolo cui era legato ne criticava i contenuti. Secondo il Cospe, ”la vicenda si iscrive nell’ambito della repressione che negli ultimi tre anni sta colpendo parte della stampa indipendente marocchina”. Inoltre, “Ali è uno dei giornalisti professionisti più rispettati, da sempre molto critico nei confronti delle politiche della corona, difensore di un’autonomia reale del Sahara Occidentale, e uno dei primi a rivelare l’errore nell’ambito della grazia reale concessa al pedofilo spagnolo Daniel Galvan”. (ANSAmed).

 

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