Una squadra di sei medici volontari è stata presa di mira da residenti di Forecariah, località a 30 km dal confine con la Sierra Leone, mentre stava evacuando corpi senza vita di persone sospettate di aver contratto il virus dell’Ebola. Lo riferiscono fonti di stampa internazionale citando il portavoce della Croce Rosse locale, un cui operatore è rimasto ferito al collo.
Il nuovo attacco contro un gruppo di medici e operatori sanitari in prima linea nella lotta al virus si è verificato pochi giorni dopo una violenta aggressione registrata nella località di Womey, 40 km dal capoluogo sud-orientale di N’Zerekore, conclusa con sette morti e 21 feriti.
Ieri il portavoce del governo Albert Damantang Camara ha annunciato che finora 27 persone presumibilmente coinvolte nei fatti di Womey sono state arrestate dalla polizia. La stessa fonte è rimasta prudente sulle motivazioni profonde che hanno spinto i residenti a commettere tali gesti, sottolineando che “moralmente e mentalmente la popolazione non era pronta ad accettare una missione di sensibilizzazione”.
Intanto un nuovo focolaio di febbre emorragica è stato dichiarato a Dalaba, località a 400 km a sud della capitale, Conakry. Negli ultimi giorni sono stati confermati tre contagi di cui due decessi. Una delle due vittime era un commerciante di una quarantina d’anni che attraversava regolarmente il confine con la Sierra Leone per la sua attività. Una quarantina di persone entrate in contatto con i malati sarebbero attualmente sotto sorveglianza sanitaria delle autorità locali e dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). A questo punto su 33 prefetture in cui è suddiviso il territorio della Guinea, 17 sono colpite dall’Ebola che, finora, ha causato più di 630 decessi su 960 contagi registrati.
In base all’ultimo bilancio dell’Oms, dallo scorso febbraio l’epidemia di febbre emorragica ha provocato la morte di 2811 persone su 5864 casi in Africa occidentale, principalmente in Liberia, Guinea e Sierra Leone. – Misna