I risultati definitivi delle presidenziali dello scorso 25 ottobre diffusi dalla Corte elettorale speciale (Ces) hanno confermato che al ballottaggio del mese prossimo andranno Jean Louis Robinson e Hery Rajaonarimampianina. In base ai dati pubblicati dalla commissione elettorale, Robinson ha ottenuto il 21,16% delle preferenze mentre il suo rivale si è fermato al 15,85% dei suffragi. Il tasso di affluenza alle urne si è attestato al 61% dei circa 7 milioni di aventi diritto. Il presidente della Ces, François Rakotozafy, ha inoltre annunciato che il primo turno delle presidenziali è stato caratterizzato da una serie di irregolarità ed errori, tra cui uso eccessivo di mezzi della televisione pubblica nei comizi di alcuni candidati, pressioni sugli agenti dello Stato per partecipare a riunioni elettorali e anomalie nei processi verbali. Così la massima istituzione elettorale ha annullato le operazioni in 111 seggi.
Sono già cominciate serrate trattative tra forze politiche per costituire alleanze in vista del ballottaggio delle presidenziali del 20 dicembre, giorno in cui i malgasci andranno alle urne anche per scegliere 151 deputati tra più di 7700 candidati. La campagna elettorale si aprirà formalmente il 29 novembre.
Il quotidiano Madagascar Tribune ha riferito che Robinson, candidato dell’ex presidente in esilio Marc Ravalomanana, ha già ottenuto il sostegno del partito dei Verdi, guidato da Saraha Georget, giunta al sesto posto alle presidenziali (4,54%). La Georget ha anche annunciato che la sua formazione politica ha presentato 141 candidati alle legislative, molto di più rispetto a quelli della corrente di Ravalomanana ma anche di quelli dell’attuale presidente di transizione Andry Rajoelina. Per questo motivo l’appoggio dei Verdi a Robinson viene interpretato come un sostegno di peso anche per la possibilità di ottenere la maggioranza in parlamento.
Per quanto riguarda Rajaonarimampianina, candidato di Rajoelina, finora non sono state confermate alcune indicazioni di voto in suo favore. Secondo alcuni analisti potrebbe ottenere il sostegno di due protagonisti di peso della vita politica malgascia: l’ex capo di Stato Roland Ratsirika e l’ex primo ministro Camille Vital, entrambi vicini al controverso presidente di transizione.
Robinson, medico di professione, candidato del partito Avana, è contrario al “colpo di stato” che nel 2009 ha destituito Ravalomanana, promettendogli di autorizzare il suo ritorno in patria se fosse eletto. Il suo slogan si propone di “mettere una croce sugli anni di transizione che hanno messo il paese in ginocchio”. D’altra parte il ragioniere Rajaonarimampianina difende la “rivoluzione” all’origine del “crollo del regime Ravalomanana” e promette “cambiamenti per uscire dalla crisi e portare sviluppo”. Secondo l’edizione in rete del quotidiano Midi Madagasikara, è tra queste due linee antagoniste che i malgasci dovranno scegliere.
Per osservatori elettorali locali e stranieri il voto del mese scorso è stato globalmente regolare nonostante difficoltà logistiche e alcuni incidenti isolati. Il punto più controverso dell’intero processo elettorale riguarda la mancata iscrizione nei registri di centinaia di aventi diritto che non potranno nemmeno partecipare al ballottaggio e alle legislative. Le elezioni generali sono considerate dalla popolazione, sempre più povera, un primo passo per uscire dalla crisi politica, economica e sociale in atto da più di quattro anni. – Misna