In ogni seggio elettorale è in corso lo spoglio delle schede delle legislative di ieri, un voto cruciale per riportare il Mali all’ordine costituzionale. In base alle prime valutazioni degli osservatori, lo scrutinio si è svolto nella calma ma l’affluenza sarebbe stata molto bassa, anche se non ci sono ancora stime ufficiali. Circa 6,5 milioni di aventi diritto erano attesi alle urne per scegliere 147 deputati tra più di mille candidati.
Tra i fatti più salienti della giornata elettorale, tenutasi in un clima pacifico diversamente da quanto temuto, c’è stato il furto di urne nella città di Bajakary, nella regione di Timbuctù (nord), mentre nella località di Takoubao ad alcuni aventi diritti sono stati confiscati i certificati elettorale. Sempre al nord, nella regione di Kidal, tafferugli tra un candidato del Raggruppamento per il Mali (Rpm, al potere) e ribelli tuareg del Movimento nazionale di liberazione dell’Azwad (Mnla) hanno causato un ferito. IN entrambi i casi, dopo una breve interruzione, le operazioni di voto sono tornate regolari.
L’altro aspetto evidenziato dalla missione di osservazione elettorale dell’Unione Europea sarebbe un tasso di affluenza molto basso, persino inferiore a quelli delle presidenziali dello scorso agosto, quando si era attestata attorno al 50%. Secondo alcuni esponenti della Commissione elettorale nazionale indipendente (Ceni) nei seggi dei capoluoghi settentrionali di Gao e Timbuctù “c’erano più agenti elettorali che aventi diritto”. Nell’Azawad il tasso di affluenza potrebbe essere anche inferiore al 30%.
“La natura delle elezioni, presidenziali e legislative, è molto diversa. Quello di ieri era un voto meno personalizzato nel senso che si è trattato di uno scrutinio maggioritario tra liste” ha spiegato Louis Michel, a capo della missione Ue, sottolineando che “qualunque sia stata l’affluenza, non è un argomento da utilizzare per squalificare lo scrutinio”. Gli osservatori europei hanno salutato gli sforzi compiuti dalle autorità elettorali maliane in termini di organizzazione, valutando anche positivamente la folta presenza di delegati dei partiti nei seggi.
L’obiettivo per il presidente Ibrahim Boubacar Keita è quello di ottenere una solida maggioranza in parlamento. Il suo rivale Soumaila Cissé, sconfitto alle presidenziali, e la sua Unione per la Repubblica e la Democrazia (Urd) ambiscono a diventare capofila dell’opposizione. Dopo lo spoglio in ciascun seggio, i dati vengono centralizzati alla sede della Ceni a Bamako: ci vorranno alcuni giorni prima di avere i risultati completi. Laddove nessun candidato dovesse ottenere la maggioranza assoluta, un secondo turno si svolgerà il 15 dicembre. – Misna