Almeno 82 morti, 70 stupri, 8800 sfollati e più di 700 case incendiate: è pesante il bilancio stilato dalla Croce Rossa centrafricana sulla situazione a Paoua, località della regione settentrionale dell’Ouham Pende, in preda a violenze, saccheggi ed esazioni da parte di ex combattenti della coalizione ribelle Seleka. Lo ha riferito l’emittente locale Radio Ndeke Luka, aggiungendo che capi di bestiame, motociclette e altri beni vengono sistematicamente saccheggiati e portati via nel confinante Ciad. Ma la responsabilità di violenze e violazioni viene anche in parte attribuita ad ex esponenti dell’Esercito popolare per la restaurazione della democrazia (Aprd) che hanno ripreso le armi. In visita a Paoua, la vice presidente del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) Léa Koya Soum Ndoumta ha invitato la popolazione a “rimanere unita per impedire gli scontri interreligiosi” e a “non aver ricorso all’uso della forza per difendersi”. In città la presenza militare è stata rafforzata.
La situazione rimane altrettanto instabile a Bossangoa (nord-ovest), di recente teatro di combattimenti tra membri della Seleka e vari gruppi armati, tra i quali uomini rimasti fedeli all’ex presidente François Bozizé, destituito con un colpo di stato lo scorso 24 marzo. Due granate inesplose sono state rinvenute nella locale cattedrale. In città sono giunti circa 35.000 sfollati accolti in diversi edifici della chiesa cattolica, in particolare il seminario e una scuola. La popolazione, stanca dei soprusi commessi dalla Seleka, si è organizzata in gruppi di autodifesa anch’essi responsabili di altre violenze.
Intanto a New York, paesi africani e occidentali riuniti a margine della 68a Assemblea generale dell’Onu hanno definito di “disperata” la crisi umanitaria e della sicurezza in Centrafrica. “Abbiamo ancora la possibilità di impedire che il Centrafrica si trasformi in un’altra Somalia” ha detto il commissario dell’Unione Europea per gli Aiuti umanitari Kristallina Georgieva, parlando di una “crisi dimenticata che vede il paese collassare”. La Francia ha annunciato un aiuto di 10 milioni di euro e si è impegnata a far approvare dal Consiglio di sicurezza una risoluzione a favore di un sostegno finanziario e logistico alla Missione internazionale di sostegno al Centrafrica (Misca). Entro sei mesi una seconda risoluzione potrebbe proporre il dispiegamento di una missione di pace dell’Onu. “La riunione ha rappresentato un punto di svolta per il futuro del mio paese. C’è stato un momento in cui abbiamo pensato di essere dimenticati dal mondo intero” ha dichiarato il primo ministro di transizione Nicolas Tiangaye. – Misna