Confermata in appello la condanna a cinquant’anni di carcere per l’ex presidente della Liberia, Charles Taylor. I giudici della corte speciale per la Sierra Leone hanno bocciato il ricorso presentato dai suoi legali. Il rpesidente della camera di appello, George Gelaga King, ha affermato che: “I comportamenti di Taylor hanno non solamente danneggiato le vittime dei crimini a lui imputati e i loro famigliari, ma anche minacciato la stabilità internazionale e la sicurezza dell’Africa occidentale”.
Nell’aprile 2012, l’ex presidente liberiano è divenuto il primo capo di Stato condannato da un tribunale internazionale per crimini da guerra, dai tempi del Secondo conflitto mondiale.
Durante la guerra civile che insaguinò la Sierra Leone tra il 1991 e il 2002, si rese responsabile di atti di terrorismo, omicidi, stupri, sequestri e sfruttamento di bambini soldato. In cambio del sostegno materiale e tattico prestato ai gruppi ribelli, otteneva diamanti estratti da lavoratori schiavizzati.
Il conflitto ha fatto almeno cinquantamila vittime. La ferocia delle milizie ribelli in lotta fra di loro si spingeva al punto da mutilare la popolazione civile, lasciando così dei segni indelebili del loro passaggio. Una crudeltà accentuata dallo scherno, quando ai prigionieri veniva chiesto di scegliere tra maniche lunghe o corte, a significare l’amputazione dell’arto sopra il polso o sopra il gomito.
Arrestato nel 2006, Charles Taylor si è sempre dichiarato non colpevole dei crimini che gli sono stati attribuiti. La sua condanna è un segnale importante contro l’impunità. Un avvertimento diretto a vecchi e nuovi oligarchi ancora al potere in alcuni stati africani.
L’ex presidente liberiano sconterà la sua pena in un carcere di massima sicurezza nel Regno Unito. – Euronews