Mentre sono in corso colloqui di pace a Kampala tra il governo congolese e la ribellione del Movimento del 23 marzo (M23), sul terreno la ripresa delle ostilità fa salire nuovamente la tensione tra le parti. Bertrand Bisimwa, leader dell’M23 ha accusato l’esercito regolare di “attaccare dalla scorsa notte le nostre posizioni tra Mabenga e Kiwanja”, circa 80 km da Goma, capoluogo della provincia del Nord Kivu, e “con il sostegno dei ribelli hutu ruandesi delle Fdlr e di combattenti Mayi Mayi”. Altri spostamenti di uomini sarebbero segnalati nei pressi della località di Ishasha, al confine con l’Uganda. Il portavoce delle forze armate congolesi (Fardc) ha minimizzato l’accaduto: “Si è trattato di un’altercazione tra due pattuglie di soldati e l’M23 ma la situazione è già tornata alla calma” ha detto Olivier Hamuli. Mentre un ufficiale dell’esercito ha puntato il dito contro i ribelli “che hanno attaccato le nostre posizioni”. D’altra parte la locale missione Onu (Monusco) ha annunciato la morte di un casco blu tanzaniano, Hugo Munga, rimasto ferito in scontri lo scorso 28 agosto e deceduto per le ferite riportate in un ospedale sudafricano.
Gli sviluppi sul terreno si verificano mentre all’Onu si tiene un altro confronto: davanti all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il presidente Joseph Kabila ha parlato di “aggressioni senza fine da parte del Rwanda” nell’est del paese, dove “le popolazioni congolesi sono private della pace dopo un gesto di solidarietà: quello di aver accolto sul proprio territorio dei rifugiati ruandesi”. Per il capo di Stato congolese “l’avvento di una pace durevole nei Grandi Laghi dipende dall’attuazione dell’accordo di Addis Abeba (firmato lo scorso febbraio da un gruppo di paesi africani, ndr) e dalla fine dell’impunità”. Martedì dirigenti Onu, africani ed occidentali hanno chiesto a Kinshasa e all’M23, in lotta dal 2012, di concludere in tempi rapidi i colloqui di Kampala per trovare una soluzione politica al conflitto. – Misna