Centinaia di uomini dei gruppi di autodifesa, armati di machete e armi da fuoco, hanno attaccato oggi la città di Bouar, nell’ovest della Repubblica Centrafrica, costringendo i civili a fuggire. Lo ha riferito una fonte della sicurezza, aggiungendo di non poter precisare quale sia il bilancio delle vittime. “Al momento non sappiamo cosa stia accadendo nei vari quartieri”, ha sottolineato la fonte, aggiungendo che “le autorità locali hanno lasciato la città”, situata a circa 400 chilometri a nord-ovest della capitale Bangui. Awalou Mamadou, un commerciante di Bouar, ha stimato tra i 300 e i 500 gli uomini armati che hanno preso parte all’attacco, precisando che le violenze avrebbero preso di mira la comunità musulmana della città, a maggioranza cristiana. Maxime Lalai, un civile contattato dalla France presse, ha raccontato che “gli aggressori hanno circondato la città, siamo in trappola, non sappiamo in che direzione fuggire”. Da diverse settimane sono nate nel paese milizie di autodifesa, in reazione agli abusi commessi ai danni della popolazione dagli ex ribelli Seleka, che hanno preso il potere lo scorso marzo. I combattenti di Seleka sono di religione islamica e il presidente di transizione, Michel Djotodia, è il primo capo di Stato musulmano del Paese, in cui l’80% della popolazione è di fede cristiana. Bouar, che conta oltre 40.000 abitanti, è situata lungo l’asse strategico che collega il Centrafrica, privo di sbocchi sul mare, al Camerun, su cui transita la maggior parte delle merci importate, tra cui beni di prima necessità. (fonte Afp) Il Mondo