Molti festeggiano, ma non tutti sono felici, in Egitto, della scelta dell’uomo forte dell’esercito, il generale al-Sisi, di candidarsi alle presidenziali.
Al-Sisi, vero artefice della defenestrazione del presidente islamico al-Morsi, si è già dimesso da ministro della Difesa. E le razioni al Cairo sono diverse.
“Tutti noi amiamo al-Sisi e lo vogliamo come presidente, per raggiungere un livello più alto di solidarietà sociale. Non dovremmo scontrarci su chi debba guidare il paese, dovremmo avere cura di noi stessi”.
“Sono contrario alla candidatura di al-Sisi, non mi piace che il potere finisca nelle mani di un militare. Se in futuro avessimo dei problemi se l’esercito resta neutrale potrebbe proteggerci, altrimenti resteremmo soli”.
Il programma politico del candidato al-Sisi resta quello della lotta “ai terroristi”: niente di nuovo dopo la svolta anti-islamica.
“Al-Sisi alla fine è venuto fuori da sotto il mantello dei militari, dichiarando la sua partecipazione alle presidenziali come un normale cittadino.
Resta tuttavia la domanda principale, sulla possibilità di dare risposta alle aspirazioni della gente, che sta pagando a caro prezzo la crisi politica apertasi tre anni fa”. – Euronews