La Libia è diventata “il principale Paese di transito nel Mediterraneo di emigranti per motivi economici, rifugiati e richiedenti asilo dall’Africa e dal Medio Oriente, diretti verso l’Europa”. A metterlo nero su bianco è l’ultimo rapporto annuale Ue sulla politica di vicinato con i Paesi partner a Sud e a Est, secondo cui la tragedia di Lampedusa lo scorso ottobre ha costituito “un forte richiamo sulla piaga di questi migranti e sulla necessità di una politica e di una strategia di gestione complessiva”. Nel rapporto Bruxelles fotografa la situazione nel Paese e sottolinea quanto oggi la Libia affronti “gravi e sempre peggiori sfide per la sicurezza, che precludono una riconciliazione nazionale e la stabilizzazione politica”. Il quadro è quello di continui “scontri tribali e locali”, scontri fra militari al di fuori del controllo dello Stato e di violenze quotidiane. “Il vuoto politico e di sicurezza viene sfruttato da gente di tutti i tipi, inclusi gruppi criminali” afferma Bruxelles, secondo cui “la maggior parte delle istituzioni sono ancora deboli” nonostante l’esistenza di programmi di sostegno.
Secondo il rapporto Ue, “è improbabile” che le elezioni basate sulla nuova costituzione arrivino prima della fine del 2014″, e “una delle principali sfide” quest’anno sarà proprio la redazione della carta fondamentale.
L’Unione europea mantiene un’assistenza tecnica e finanziaria nel campo di pubblica amministrazione, migrazione, società civile, servizi sociali e sicurezza e “continuerà a cercare di rilanciare i negoziati con la Libia per un accordo comprensivo che normalizzerà le relazioni” afferma Bruxelles. (ANSAmed).