27/03/2015 – Nigeria – «Boko Haram si sta ritirando. Perché non si è agito prima?»

di Enrico Casale

Nigeria al voto domani, 28 marzo, per eleggere il nuovo Presidente. “Sulla stampa nigeriana sono già apparse alcune previsioni secondo le quali il principale candidato dell’opposizione, Muhammadu Buhari, otterrà i due terzi dei voti” dice all’Agenzia Fides p. Patrick Tor Alumuku, Direttore delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Abuja.
Le elezioni presidenziali e politiche che dovevano tenersi il 14 febbraio sono state posticipate di 6 settimane per permettere alla forza militare multinazionale incaricata di lottare contro Boko Haram, di riconquistare le aree controllate dalla setta islamista e di rafforzare la sicurezza nel nord-est della Nigeria. Come ha riferito all’Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. Oliver Dashe Doeme, Vescovo di Maiduguri, capitale dello Stato di Borno, una delle aree nel nord della Nigeria più colpite dalle violenze di Boko Haram, a Maiduguri ci sono ora le condizioni per tenere le elezioni (vedi Fides 25/3/2015).
Rimane però l’incognita delle aree del nord, recentemente strappate dall’esercito al controllo di Boko Haram. “In quelle zone è difficile immaginare che si potranno tenere regolarmente le elezioni, visto il gran numero di sfollati interni” sottolinea p. Patrick. “Secondo alcune stime, l’80-90 per cento delle aree occupate da Boko Haram sono state liberate nelle ultime settimane dall’esercito nigeriano, con l’aiuto di quello di Ciad e Niger. Si è visto come l’offensiva militare sia stata preparata negli ultimi mesi grazie alle forniture di armi provenienti dal Sudafrica, dopo che i Paesi occidentali, in particolare gli Stati Uniti, si sono rifiutati di vendere armamenti alla Nigeria” continua il sacerdote.
“In Nigeria comunque ci si chiede come mai, se i nostri militari avevano la capacità di cacciare Boko Haram, si è atteso per ben due anni, infliggendo sofferenze alla popolazione, e si è agito solo ora, alla vigilia delle elezioni” conclude p. Patrick. – L.M. – Fides.org

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