27/05/14 – Tunisia – Sorte Lega guardiani rivoluzione divide il Paese

di AFRICA

 

Il tribunale civile di Tunisi ha deciso lo scioglimento della Lega per la protezione della Rivoluzione, formazione con connotazioni paramilitari che, negli ultimi tre anni – dopo la caduta del regime di Zine El Abidine Ben Ali – ha messo al servizio dei governi a forte ispirazione islamica la propria capacità di dissuasione fisica nei confronti degli oppositori.

La Tunisia, comunque, non riesce ancora a fare i conti con la sua storia recente e si divide davanti alla sorte della Lega, la cui dissoluzione è stata decisa non da un tribunale penale, ma da uno della sezione civile di Tunisi, che ne ha decretato lo scioglimento sia a livello centrale che nelle sue derivazioni periferiche: branche spesso molto violente e che sono giunte anche all’eliminazione fisica di coloro che non si allineavano al governo targato Ennadha.

Una decisione adottata quindi – vista la natura dell’organo che l’ha emessa – non per gli atti ripetuti e impuniti di violenza della Lega, ma perché contro di essa si è mosso la macchina amministrativa dello Stato, contestandone la legalità della istituzione. E’ stato quindi confermato così il sospetto – alimentato da molti episodi in tutto il Paese – che la giustizia penale sia stata quasi accondiscendente davanti ai mazzieri della Lega, sovente rimasti in galera solo per lo spazio di un mattino.

La sentenza ha determinato reazioni contrapposte, con quelle furibonde dei partigiani della Lpr in primo piano che vedono, nello scioglimento della loro organizzazione, un attacco alle conquiste della Rivoluzione e quindi al compito, che ritengono spesso di investitura divina, di battersi per opporsi ad un ritorno della dittatura. Ma anche partiti ufficiali (come il Congresso per la Repubblica, che ha fatto parte dei governi post-regime) si sono detti contrari allo scioglimento, affermando – come ha fatto il segretario generale del Cpr, Mohammed Abbou – che la Lega ”incarna la coscienza viva della Rivoluzione”.

Di contro, pur senza dichiarazioni ufficiali, la decisione del tribunale civile è stata accolta con soddisfazione da parte soprattutto di coloro contro i quali la violenza della Lega s’è periodicamente scatenata. Come ad esempio i sindacalisti dell’Ugtt, la più potente centrale tunisina, fortemente connotata da laicità e, per questo, in odio ai ‘guardiani della rivoluzione’. Una contrapposizione che è stata anche fisica, come in occasione dell’assalto della Lega alla sede dell’Ugtt, difesa dai sindacalisti scesi in strada a battersi a mani nude contro mazze, coltelli e spranghe.

L’anomalia di quanto sta accadendo in Tunisia è sancita anche dalle reazioni alla odierna scarcerazione di Imed Deghij, leader ideologico ed anche operativo della Lega, uscito dalla prigione di Mornaguia dopo tre mesi, per una lieve condanna per atti di violenza. Deghij, spesso fermato ed altrettanto spesso scarcerato dopo solo la contestazione delle accuse, è stato accolto da scene di entusiasmo degne di una rockstar occidentale, con sventolio di bandiere, canti e slogan.

In tutto sotto le telecamere di un canale tv, Tnn, che ha trasmesso ”l’evento” in diretta. (ANSAmed).

 

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